“Nessun mea culpa degli uomini”: intervista al consigliere Montevecchi che ha stremato a ragionare sul dramma di Giulia

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Roma, 27 novembre – Pubblichiamo la nostra intervista al Consigliere regionale dell’Emilia Romagna Matteo Montevecchi, in seguito alla sua riflessione sulla tragedia di Giulia.

Montevecchi ha affrontato l’argomento in un post sui social media, in cui ha descritto come il dramma di Giulia sia una conseguenza diretta dei tentativi dell’uomo di dominare la donna. Il suo messaggio, tuttavia, non è stato accolto da tutti con entusiasmo: molti hanno criticato le sue parole e si sono chiesti se fosse il caso di analizzare una tragedia come quella di Giulia con una prospettiva più complessa e meno dualista.

Abbiamo deciso di intervistare Montevecchi per approfondire ulteriormente le sue argomentazioni.

Noi: Quale era la tua intenzione quando hai postato quell’articolo?

Montevecchi: La mia intenzione principale era quella di sottolineare che, come uomini, abbiamo una responsabilità nella tragedia di Giulia. Se avessimo creato una cultura in cui la donna fosse più rispettata e meno oggetto di dominazione e violenza, forse la sua storia sarebbe stata diversa.

Noi: Che cosa pensi della reazione di alcune persone al tuo post?

Montevecchi: Sono abbastanza consapevole del fatto che il mio messaggio non sia stato accolto da tutti con entusiasmo. Penso che le reazioni negative siano comprensibili, ma credo che sia importante notare che le mie parole non erano intese a screditare le vittime di violenza, ma a proporre un cambiamento complessivo dei rapporti di genere.

Noi: Cosa vorresti dire alle persone che hanno criticato il tuo modo di pensare, sostenendo che le tragedie come quella di Giulia non possono essere ridotte a una semplice lotta di potere tra uomini e donne?

Montevecchi: È vero che non possiamo ridurla a una lotta di potere tra uomini e donne. Ma dobbiamo anche comprendere che la violenza contro le donne è un problema strutturale. Se vogliamo che le tragedie come quella di Giulia non si ripetano, abbiamo bisogno di lavorare per cambiare l’atteggiamento che la società ha verso le donne. Abbiamo bisogno di lavorare insieme per creare una cultura in cui la donna sia rispettata e non vittima di violenza.

Noi: Qual è il tuo messaggio finale?

Montevecchi: Il mio messaggio finale è che, come uomini, dobbiamo prendere coscienza della nostra responsabilità nel contrastare la violenza contro le donne. Dobbiamo ricordare che le donne non sono oggetti da possedere o di cui prendersi cura, ma sono esseri umani con diritti come gli uomini. Se vogliamo che le tragedie come quella di Giulia non si ripetano, dobbiamo ricordarci che

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